LIITO SUSTAINABILITY JOURNEY Dal Report alla realtà: come la sostenibilità ridisegna l’azienda
Riduzione delle emissioni di CO2, conformità alle normative ESG, politiche etiche lungo la filiera, analisi del ciclo di vita dei prodotti: intraprendere un percorso di sostenibilità è complesso.
Ne parliamo con Claudia Santacroce, Responsabile dei Sistemi di Gestione in Saggese e referente principale del progetto, per scoprire cosa significa avviare un percorso di sostenibilità aziendale.
Nel 2024 Saggese ha deciso di fare un passo importante: iniziare il LIITO Sustainability Journey. Questo significa prendere coscienza del proprio impatto, individuare aree di miglioramento e fare scelte consapevoli per un futuro più sostenibile.
Con Claudia esploriamo l’origine del progetto, le sfide incontrate e ciò che ha significato per Saggese intraprendere questo cammino, stimolante e ricco di opportunità.
Con quale livello di consapevolezza sui temi di sostenibilità siete entrati nel percorso?
Noi venivamo già da un percorso di diverse certificazioni aziendali ed eravamo già sollecitati su temi come sostenibilità, parità di genere, energy management. Sebbene queste tematiche sembrassero inizialmente enormi, abbiamo capito che con una buona gestione diventano affrontabili.
La decisione di intraprendere questo percorso è stata anche sollecitata dagli istituti bancari, ma è stata l’opportunità offerta dai nostri consulenti, attraverso la collaborazione con il team del Professore Diamantini dell’Università Bicocca, che ci ha dato lo slancio finale.
Abbiamo capito che era l’opportunità che ci mancava. Abbiamo quindi formato un gruppo di lavoro, composto dai responsabili di funzione, per rispondere a un questionario piuttosto complesso, ma che ci ha permesso di avviare il percorso.
Com’era la vision di Saggese rispetto alla sostenibilità prima di intraprendere questo percorso e come pensi sia cambiata dopo la redazione del Report Analitico?
Prima di iniziare, la nostra idea di sostenibilità era molto legata all’ambiente e all’energia. Dopo la redazione del Report, abbiamo capito che la sostenibilità è molto più di questo: è un insieme di fattori che riguardano diversi aspetti della gestione aziendale. Ora siamo più consapevoli.
Durante il processo di raccolta dei dati abbiamo lavorato insieme e insegnato a tutti, dai colleghi agli operai, l’importanza di piccole pratiche quotidiane, come risparmiare energia o viaggiare insieme per ridurre l’impatto ambientale. Anche i risultati del Report erano in linea con le nostre aspettative.
Sapevamo che la nostra gestione ambientale era buona, ma che c’erano margini di miglioramento, soprattutto riguardo la sostenibilità energetica del nostro stabilimento.
Quali cambiamenti hai osservato nell’organizzazione con l’introduzione del paradigma della sostenibilità e la presentazione del Report analitico? Qual è stata la risposta generale dei partecipanti al progetto?
L’introduzione del paradigma della sostenibilità e la presentazione del Report Analitico hanno portato maggiore concretezza sugli obiettivi aziendali, rendendo chiari i punti su cui lavorare. Condividere i risultati è stato fondamentale, perché senza questa condivisione i dati raccolti sarebbero stati vani.
Abbiamo coinvolto tutta l’azienda nella presentazione del Report, e questo ha permesso a tutti di capire meglio cosa intendiamo per sostenibilità.
La risposta delle persone è stata generalmente positiva, con buona partecipazione e interesse, anche se inizialmente c’era titubanza nel compilare i questionari.
Grazie a spiegazioni dettagliate, abbiamo aumentato la consapevolezza sull’importanza della sostenibilità, migliorando il rispetto per l’ambiente e la diversità. Più che competenze tecniche, è emersa la necessità di una maggiore consapevolezza e coinvolgimento da parte dei dipendenti.