Il trasporto marittimo verso l’azzeramento delle emissioni (nonostante Trump non sia d’accordo)

Il trasporto marittimo verso l’azzeramento delle emissioni

Il trasporto marittimo verso l’azzeramento delle emissioni (nonostante Trump non sia d’accordo)

Il trasporto marittimo è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di gas serra, eppure è sempre rimasto escluso dalle politiche climatiche globali. Ma ora qualcosa sta cambiando.

L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ha approvato un pacchetto di misure fondamentali per guidare il settore verso l’azzeramento delle emissioni nette entro (o intorno al) 2050, segnando l’inizio di una nuova era per la logistica globale.

 

La svolta IMO: obiettivi e strumenti

La nuova strategia IMO, definita nel 2023 e attuata con il pacchetto di misure approvato nell’aprile 2025, rappresenta un punto di svolta. Il documento fissa obiettivi chiari e misurabili per la decarbonizzazione del settore:

  • Net Zero Emissions entro il 2050, con obiettivi intermedi:
    • Riduzione del 20-30% delle emissioni entro il 2030
    • Riduzione del 70-80% entro il 2040


Per raggiungere questi target, l’IMO introduce una serie di strumenti operativi e normativi, tra cui:

  1. Un sistema globale di carbon pricing: a partire dal 2027, le compagnie marittime dovranno pagare una tariffa proporzionale alle emissioni generate.

     

  2. Obblighi di efficienza energetica e di utilizzo di carburanti alternativi: l’adozione di biocarburanti avanzati, metanolo verde, ammoniaca e idrogeno sarà incentivata attraverso standard tecnici e misure di reporting obbligatorie.

     

  3. Fondo per il clima: parte dei proventi delle tasse sulle emissioni sarà destinata a un fondo per supportare i Paesi emergenti e le economie più fragili, garantendo una transizione equa e inclusiva.

     

  4. Formazione e sicurezza per i marittimi: la trasformazione delle flotte richiederà nuove competenze e nuovi standard di sicurezza, che saranno definiti con linee guida tecniche condivise.

     

Si tratta di una vera e propria “green shipping revolution”. Il cambiamento non sarà solo ambientale, ma anche tecnologico e culturale. Molti armatori stanno già investendo in vernici premium per ridurre l’attrito in acqua, dispositivi di risparmio energetico per le eliche e sistemi di propulsione eolica per integrare le fonti convenzionali. È quindi in corso una rivoluzione nella potenza navale che promette benefici anche in termini di efficienza operativa.

Il trasporto marittimo verso l’azzeramento delle emissioni (nonostante Trump non sia d’accordo)

Le resistenze internazionali: il caso USA

Durante i negoziati di aprile a Londra, gli Stati Uniti si sono ritirati ufficialmente dal tavolo delle trattative sulla tassa globale sulle emissioni, dichiarando di non accettare misure economiche che penalizzino la propria flotta commerciale in base alle scelte di carburante o alle emissioni prodotte. Secondo quanto riportato da fonti diplomatiche, il governo statunitense avrebbe anche minacciato misure di reciprocità contro eventuali imposte internazionali applicate alle navi a stelle e strisce.

Questa posizione, sebbene significativa dal punto di vista politico, non sembra aver bloccato il processo decisionale. All’interno dell’IMO, le scelte non dipendono dal peso economico dei singoli Paesi, ma da un sistema multilaterale che valorizza il consenso. Ad oggi, non risultano segnali che la posizione americana abbia indebolito la maggioranza favorevole all’introduzione delle nuove regole.

 

Implicazioni per le imprese italiane

Le numerose imprese italiane che operano nell’import-export saranno direttamente toccate da questi cambiamenti e dovranno considerare:

  • L’aumento dei costi di trasporto, dovuto all’applicazione delle tasse sulle emissioni e agli investimenti necessari per rendere le flotte più sostenibili.

  • La necessità di selezionare partner logistici conformi alle nuove regole, per evitare sanzioni e ritardi nella catena di fornitura.

  • L’opportunità di ripensare la strategia logistica, privilegiando rotte più efficienti, porti attrezzati per la transizione e soluzioni multimodali a basso impatto ambientale.

Queste trasformazioni, se anticipate e gestite in modo strategico, possono offrire vantaggi competitivi a lungo termine. In particolare, le imprese che sapranno integrare la sostenibilità nelle proprie scelte logistiche potranno differenziarsi positivamente sul mercato, rispondendo anche alle crescenti aspettative di clienti, stakeholder e investitori.

 

Una transizione sfidante ma inclusiva

Il Segretario Generale Arsenio Dominguez ha dichiarato che, “la transizione verde dello shipping deve essere giusta e non lasciare nessuno indietro”. Questo significa che i Paesi meno avanzati saranno supportati nel processo di innovazione, e che l’intera filiera – dai cantieri navali agli equipaggi – sarà coinvolta attraverso formazione e cooperazione tecnica.

Ma non sarà semplice. Esiste ancora un forte disallineamento tra domanda e offerta di carburanti alternativi. Per rendere concreta la transizione, sarà fondamentale coordinare politiche industriali, investimenti e standard tecnologici.

Il nuovo quadro normativo però porterà ad aprire opportunità per chi saprà investire per tempo in soluzioni logistiche sostenibili, tecnologie pulite e partnership lungo la catena del valore.

Il cambiamento è partito e ogni settore può fare la differenza.

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