T come Timeline della Sostenibilità

T come Timeline della Sostenibilità

Stiamo vivendo un’epoca di cambiamento. Un cambiamento che si riflette anche nella necessità per le aziende di adattarsi a un mondo in rapida trasformazione. 

Un cambiamento che non è avvenuto da un giorno all’altro, ma che si è evoluto nel corso del tempo, accompagnato da una serie di eventi significativi. Tra questi, emergono l’importanza di rispettare normative internazionali, una crescente attenzione da parte degli investitori e una vera e propria rivoluzione nell’atteggiamento e nella consapevolezza generale riguardo alla sostenibilità.

Quante volte vi è capitato di sentire il termine “sostenibilità”? E quante volte avete cercato online  uno dei tanti argomenti ad esso associati, come economia verde, obiettivi sostenibili, agenda dell’ONU, ESG, eccetera?

Beh, secondo le statistiche fornite da Google, sono state molte; specialmente nell’ultimo decennio.

A parlare sono i dati: sempre più persone sembrano dimostrare un crescente interesse verso la sostenibilità.  A livello globale il termine “sustainability”, e gli argomenti ad esso associati, hanno subito una crescita media del 4000% rispetto al decennio passato. Nello specifico poi, la parola “sostenibilità”  è aumentata nelle ricerche degli italiani del 166.67%. 

Questi numeri riflettono non solo un aumento dell’attenzione verso il tema, ma anche un cambiamento culturale che ha portato la sostenibilità al centro del dibattito sociale e aziendale. 

La storia della sostenibilità

Tuffiamoci dunque a capofitto nella storia della sostenibilità.

Partiamo dalla seconda metà del ventesimo secolo, quando l’attenzione comincia a spostarsi sul ruolo delle attività umane nell’impatto ambientale. È da questo momento di maggiore consapevolezza sociale che infatti si sono delineati i  primi importanti accordi internazionali.

  • Nel 1970, con la celebrazione del primo Earth Day, si assiste a un aumento dell’attivismo e della consapevolezza pubblica sull’ambiente, con una crescente pressione per maggiori regolamentazioni e interventi governativi.
  • Nel 1972, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano a Stoccolma segna la prima conferenza mondiale sull’ambiente umano, dando vita al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).
  • Il rapporto Brundtland del 1987 introduce il concetto di sviluppo sostenibile, definendolo come un modo di vivere che sostiene le generazioni future. Questo rappresenta un punto di svolta nel collegare le pratiche aziendali a una visione a lungo termine della sostenibilità. Negli anni seguenti, le attività delle Nazioni Unite continuano a promuovere l’azione internazionale sull’ambiente, con un’enfasi crescente sul cambiamento climatico e altre sfide globali.
  • Nel 1992, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro vede l’adozione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e l’approvazione dell’Agenda 21.
  •  Nel 1997, viene adottato il Protocollo di Kyoto, che stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per i paesi industrializzati.


La regolamentazione continua a essere vista come il principale motore del cambiamento, con un’enfasi sulla pressione verso le aziende per innovare e adattarsi alle sfide ambientali.

  • A partire dal 1976, con le prime linee guida dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sulla condotta responsabile delle imprese multinazionali, si segna un primo passo verso la considerazione delle implicazioni sociali e ambientali delle attività aziendali.
  • Nel 1997 vengono fondati il Global Reporting Initiative (GRI)
  • Nel 1998 viene fondato il Protocollo GHG sui gas serra.
  • Nel 2015, si rafforza l’importanza della trasparenza e della divulgazione delle informazioni ESG, con l’approvazione dei nuovi GRI Universal Standards e l’adozione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
  • Nel 2019, la Commissione Europea presenta il Green New Deal Europeo, un piano ambizioso per trasformare l’economia europea in una economia a basse emissioni di carbonio.
  • Nel 2021 con la Tassonomia UE si definiscono le attività economiche sostenibili.
  • Nel 2022 la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ha intensificato la pressione sui regolatori per introdurre normative obbligatorie o requisiti di rendicontazione ESG più rigorosi.
  • Nel 2023, la Commissione Europea adotta gli ESRS, una serie di norme per standardizzare le pratiche di rendicontazione della sostenibilità in tutti gli Stati membri dell’UE, garantendo una divulgazione coerente e comparabile delle metriche ambientali, sociali e di governance.


Insomma, non c’è dubbio che ci sia molto da esplorare quando si tratta di capire come il mondo stia affrontando la sfida della sostenibilità. Così come quando ci si chiede come mai proprio in questo momento storico questa consapevolezza e sensibilizzazione abbiano raggiunto le aziende nel loro profondo. 

Overview dei principali accordi

1972
Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP)
1987
Rapporto Brundtland
1992
Earth Summit a Rio de Janeiro
1997
Protocollo di Kyoto
2015
-Accordo di Parigi
-Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
2019
Green New Deal Europeo

Overview rendicontazione

1976
Prime linee guida sulla condotta responsabile delle imprese
1997
Global Reporting Initiative (GRI)
1998
Protocollo GHG
2011
Sustainability Accounting Standards Board (SASB)
2019
Nuovi GRI Universal Standards
2021
Tassonomia UE
2022
Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
2023
ESRS

Quali sono state le forze guida verso una maggior consapevolezza di sostenibilità aziendale?

L’evoluzione delle pratiche aziendali verso una maggiore sensibilizzazione e integrazione della sostenibilità rappresenta un aspetto cruciale del panorama economico contemporaneo.  Le motivazioni di tale fenomeno possono essere molteplici; quelle che però sono state fondamentali secondo il professore e autore di “Purpose+Profit” George Serafeim, sono tre. 

  1. Le normative internazionali hanno giocato un ruolo chiave:
    l’introduzione di normative più rigorose e impegnative ha spinto le aziende a rivedere le proprie pratiche e adottare misure più sostenibili. L’Unione Europea ha svolto un ruolo guida nel promuovere la sostenibilità attraverso la legislazione e i regolamenti, incoraggiando le aziende a integrare considerazioni ESG  nelle loro operazioni.

  2. L‘influenza dei fondi è stata significativa:
    grandi investitori hanno iniziato a richiedere una maggiore trasparenza e rendicontazione sulle performance ESG alle aziende in cui investono.

    Nella sua lettera del 2019,  Larry Fink, CEO di BlackRock, una delle più grandi società di gestione patrimoniale al mondo, ha sottolineato l’importanza di una prospettiva a lungo termine e di una chiara strategia di scopo per le aziende. Ha argomentato che le aziende di successo devono andare oltre il semplice obiettivo di massimizzare il profitto finanziario e devono invece integrare il concetto di scopo nella loro missione aziendale.
    Questo, per le aziende, si traduce nel considerare gli impatti sociali, ambientali e di governance (ESG) delle proprie attività e agire in modo responsabile verso gli stakeholder, inclusi i dipendenti, i clienti e le comunità in cui operano.

    Non ci sono dubbi che questa lettera sia stata decisiva nello spingere il concetto di scopo aziendale e sostenibilità al centro del dibattito aziendale e finanziario globale.
    Ha fatto sì che molte aziende rivalutassero le loro strategie e adottassero un approccio più olistico verso la creazione di valore, considerando non solo il profitto finanziario ma anche l’impatto sociale e ambientale delle loro attività.

    “Lo scopo non è un semplice slogan o una campagna di marketing; è la ragione d’essere fondamentale di un’azienda, ovvero ciò che fa ogni giorno per creare valore per i suoi stakeholder. Lo scopo non è il solo perseguimento di profitti ma è la forza motrice per raggiungerli.”
    Lettera di Larry Fink per i CEOs, 2019

  3. Infine, l‘evoluzione digitale ha giocato un ruolo cruciale.

    La gestione e la reperibilità dei dati sono diventate più semplici grazie alle nuove tecnologie, consentendo alle aziende di monitorare e comunicare in modo più efficace le loro performance ESG. Il concetto di “Twin Transition” evidenzia l’importanza di integrare la transizione digitale e la transizione verde per raggiungere obiettivi di sostenibilità a lungo termine.

    Dall’emergere di accordi internazionali cruciali all’impulso dato dalla lettera del CEO di BlackRock nel 2019, abbiamo assistito a una trasformazione significativa nell’approccio globale ai temi della sostenibilità.

    Le pressioni normative, l’influenza degli investitori e l’evoluzione digitale hanno giocato un ruolo determinante in questo cambiamento. Ora, più che mai, le aziende sono chiamate a considerare non solo il profitto finanziario, ma anche l’impatto sociale e ambientale delle proprie attività.
    Questo nuovo paradigma indica una direzione verso una maggiore responsabilità aziendale e un impegno per un futuro più sostenibile per tutti.

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