Approvata a febbraio 2024 dopo un lungo processo di negoziazione, la Nature Restoration Law rappresenta un punto di svolta nell’impegno europeo per la tutela ambientale.
Questa legge, approvata dal Parlamento Europeo con 329 voti favorevoli e 275 contrari, si distingue perché non si limita a prevenire i danni agli ecosistemi: introduce l’obiettivo di ripristinare gli habitat degradati, per riportarli a uno stato ottimale di salute.
La situazione attuale è critica: l’81% degli habitat europei è in condizioni sfavorevoli e il 39% delle specie volatili si trova in uno stato precario. Con la Nature Restoration Law, l’Europa punta a invertire la rotta, stabilendo obiettivi precisi e ambiziosi per il ripristino degli ecosistemi danneggiati. Tra i traguardi previsti, vi è la restaurazione del 30% degli ecosistemi entro il 2030, del 60% entro il 2040 e del 90% entro il 2050. Una volta raggiunti questi obiettivi, gli stati membri si impegnano a preservare le aree ripristinate, contribuendo alla tutela della biodiversità, alla mitigazione del cambiamento climatico e alla purificazione naturale dell’aria e dell’acqua.
Il valore economico di questo progetto è significativo. Per ogni euro investito, si stima un ritorno economico di otto, confermando che la tutela ambientale può essere vantaggiosa anche sul piano finanziario, rendendo la Nature Restoration Law un investimento redditizio e sostenibile.
I benefici per il clima e l’alimentazione
Avviando il ripristino del 30% degli ecosistemi europei, gli effetti benefici si rifletteranno in una maggiore protezione della fauna e degli habitat naturali, supportando anche la lotta al cambiamento climatico grazie alla funzione degli ecosistemi come pozzi di carbonio. Un esempio chiave riguarda gli insetti impollinatori, che contribuiscono a una produzione agricola annuale nell’UE di circa 5 miliardi di euro. La conservazione di queste specie è essenziale non solo per l’ecosistema, ma anche per la sostenibilità della produzione alimentare, e questo risultato sarà tangibile grazie agli obiettivi di ripristino previsti.
La natura come fattore di rischio e opportunità per le aziende
Il degrado degli ecosistemi comporta rischi significativi anche per le aziende. Studi condotti da istituti come la Banca Centrale Europea e la Banque de France mostrano che molte istituzioni finanziarie sono esposte ai rischi derivanti dalla perdita di biodiversità. Si stima che circa tre milioni di aziende nell’area europea dipendano da servizi ecosistemici, il che rende la conservazione della natura un elemento di rilevanza strategica per il business.
D’altra parte, l’ambiente naturale rappresenta anche un’opportunità di crescita. Secondo il World Economic Forum, beni e servizi sostenibili potrebbero generare fino a 10 trilioni di dollari all’anno e creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030. Un esempio concreto di successo è Rete Natura 2000, che ha creato benefici economici annui stimati tra i 200 e i 300 miliardi di euro.
Il ruolo attivo delle aziende nel ripristino degli ecosistemi
Le aziende possono contribuire attivamente alla tutela ambientale e al ripristino degli ecosistemi nei territori in cui operano. Alcuni esempi di successo includono la società Cemex, che ha rigenerato una cava di argilla trasformandola in una zona umida, migliorando la disponibilità idrica e sostenendo la fauna selvatica. Analogamente, l’azienda energetica EDF ha realizzato un progetto di ripristino ambientale in Francia nella valle della Romanche. Questi progetti dimostrano che le imprese possono trovare il proprio modo di contribuire al miglioramento ambientale, integrando la sostenibilità nelle proprie operazioni e rafforzando il proprio ruolo di leader nella transizione ecologica.