Parla l’esperienza – Intervista a Francesco Aleotti, Chief Knowledge Manager e Project Supervisor di LIITO

Francesco Aleotti

Parla l’esperienza - Intervista a Francesco Aleotti, Chief Knowledge Manager e Project Supervisor di LIITO

La sostenibilità si inserisce in un contesto globale in cui trasparenza e responsabilità emergono come pilastri fondamentali per un’economia equa e sostenibile. L’integrazione di nuovi obblighi per le aziende può dimostrarsi un percorso tortuoso, ma l’opportunità di rendere queste difficoltà uno stimolo è certamente un’occasione da cogliere. È proprio in questa cornice che la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) assume un ruolo di grande rilievo. Abbiamo parlato con Francesco Aleotti, che è stato Postdoctoral Researcher dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e da questo mese è Chief Knowledge Manager e Project Supervisor di LIITO. Il suo intervento offre una chiara prospettiva su questi temi cruciali, aiutandoci a comprendere appieno le ragioni per cui l’impegno delle imprese verso la sostenibilità è così essenziale.

  • Iniziamo con il presentare il tuo ambito di competenza: nel tuo percorso di studi e professionale ti sei concentrato anche su come lo sviluppo sostenibile possa essere promosso attraverso la gestione aziendale e le pratiche decisionali, quindi della G nella sigla. Lo abbiamo chiesto anche ad Anja nell’intervista scorsa, ora è il tuo turno: in che modo questo aspetto è rilevante e come LIITO e i suoi partner lo mettono in atto?

    Nel percorso del mio PhD intitolato “Sviluppo umano sostenibile”, ho focalizzato la mia ricerca sulla sostenibilità mettendo al centro le persone. Alla fine, non si tratta sempre di questo? L’ambiente esiste per permettere all’uomo di vivere. Abbiamo studiato realtà e società sostenibili per le persone, con l’obiettivo di garantire benessere fisico e mentale e una vita armoniosa. Ho imparato a misurare il benessere e a identificare le caratteristiche di una società felice, comprendendo il legame tra il benessere delle persone e la sostenibilità. Quando abbiamo iniziato la collaborazione tra il team di ricerca della mia università e LIITO, l’interesse comune è stato quello di sviluppare e implementare un metodo di intervento utile per le imprese, finalizzato a produrre un business sostenibile e un modello organizzativo in cui le persone stiano bene. Il raggiungimento del benessere dentro e fuori l’organizzazione, insomma.

    D’altronde è da sempre, e sarà probabilmente per sempre, che la società come insieme di persone e dinamiche sociali vive un costante cambiamento. Il nostro scopo è indirizzare questo cambiamento verso pratiche più sostenibili. Questo è il filo conduttore della mia ricerca e del lavoro di LIITO.

  • Nel contesto delle pratiche socio-organizzative sostenibili, quali sono le principali sfide che le aziende affrontano oggi e come un tipo di  governance sostenibile può aiutarle a superarle

    La sfida principale è sicuramente governare il cambiamento, da sempre parte integrante della natura umana. Attualmente, le organizzazioni affrontano un mondo in rapido mutamento; la velocità con cui ci stiamo trasformando è percepibile. Se lasciassimo che il mercato decidesse chi deve soccombere e chi deve emergere, oppure se ci dessimo delle linee guida per trovare un percorso, farebbe una grande differenza. La governance sostenibile coinvolge persone che prendono decisioni in maniera consapevole e sostenibile. Orientare la propria società verso questo tipo di decisioni è la scelta che rende possibile il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

    Il grande problema del cambiamento non è mai la tecnologia; il vero problema è modificare le abitudini delle persone. Se qualcuno è abituato ad andare al lavoro in auto, cambiare questa abitudine è complicato. E anche questa diventa una sfida importante per chi governa un’organizzazione: convincere le persone a cambiare per un obiettivo a lungo termine, di cui probabilmente il singolo non beneficerà immediatamente.

    Uno dei grandi problemi della nostra società è l’entropia informativa. Come l’entropia fisica, essa si crea quando elementi agitati causano caos e disordine.

    Allo stesso modo, nel mondo della sostenibilità c’è molto caos, ed è difficile avere chiarezza su ciò che è necessario e importante. Un altro compito di LIITO è portare maggiore consapevolezza per comprendere meglio questo caos e aiutare le organizzazioni a orientarsi.

  • Nel nostro articolo di due settimane fa abbiamo presentato la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Nella tua esperienza, come credi che l’introduzione di questa normativa, nonostante sia frutto di un compromesso, possa favorire l’evoluzione in materia di sostenibilità e governance aziendale nel prossimo futuro e quali impatti potrebbero avere?

    Il primo dato di fatto è la difficoltà delle imprese di interfacciarsi con un nuovo processo burocratico che si aggiunge alla già vasta quantità di regolamentazioni. Comprendere e interiorizzare il motivo di questa necessità è ciò su cui bisogna concentrarsi. È sfidante mettere in evidenza i possibili benefici di questi nuovi obblighi. Per un’organizzazione, ampliare la propria visione agli impatti più lontani lungo la propria catena del valore è spesso una questione sottovalutata, a cui le persone non si sentono responsabili. Tuttavia, il concetto di responsabilità condivisa e il bene comune sono argomenti fondamentali nell’ottica di sostenibilità e benessere comune. Se compreso davvero a 360°, questo approccio può rappresentare un grande vantaggio.

    Di solito basta che il 20% di un gruppo adotti un comportamento diverso perché venga notato; una minoranza significativa può sostenere questo cambiamento. Quando poi, nel mondo aziendale, questa soglia viene raggiunta, diventa lo standard. Le aziende saranno meglio preparate ad affrontare i rischi, sempre più frequenti, e presenteranno lavoratori più motivati.

    Riguardo al compromesso: sapere che le azioni vengono notate una volta raggiunti certi livelli può comunque aiutare il cambiamento. Si nota la parte che si impegna, e nonostante dall’altra parte ci sia chi non lo fa, non si perde la speranza.

  • Qual è il ruolo della leadership nella promozione di pratiche socio-organizzative sostenibili all’interno delle aziende e come pensi  possano i dirigenti influenzare positivamente il cambiamento verso una maggiore sostenibilità?

    Il tema del buon esempio è cruciale: se mi trovo in una situazione in cui nessuno pratica la sostenibilità, perché dovrei farlo io se il mio leader non lo fa? È necessario vedere un motore di cambiamento in primis.

    Ma come dare il buon esempio? L’insegnamento di nuove pratiche e abitudini non è una questione facile e veloce; bisogna imparare a farlo, bisogna allenarsi per farlo. Per questo LIITO collabora con realtà come Performant per percorsi di Coaching: il Coaching è uno strumento molto utile quando si ha a che fare con i cambiamenti e con tutti gli ostacoli che questo può incontrare. Lavorare sulle competenze comportamentali, come la comunicazione, il knowledge sharing o l’empatia può davvero tracciare la linea tra il successo o meno in un processo di transizione. Quando ci si interfaccia con persone in ruoli di leadership, spesso capita di incontrare ESG manager che non sanno come procedere, ed è normale. È parte del processo di cambiamento.

    I dirigenti possono influenzare positivamente il cambiamento verso una maggiore sostenibilità mostrando impegno personale e guidando con l’esempio. Attraverso il Coaching e la formazione, possono imparare a implementare e promuovere pratiche sostenibili, ispirando i loro team a fare lo stesso e creando una cultura aziendale orientata al benessere comune e alla responsabilità condivisa.

  • In che modo le aziende possono misurare e monitorare l’efficacia delle proprie pratiche socio-organizzative sostenibili e come possono utilizzare queste informazioni per migliorare le proprie performance?

    Le aziende possono misurare e monitorare l’efficacia delle proprie pratiche socio-organizzative sostenibili utilizzando indicatori richiesti da standard internazionali. Così come devono comunicare i dati finanziari, in ambito di sostenibilità sociale e organizzativa devono rendicontare anche altri aspetti cruciali. Tuttavia, se l’obiettivo non è solo quantificare ma comprendere e attuare cambiamenti, è essenziale avere dati estesi e sinceri che forniscono un quadro accurato della sostenibilità aziendale.

    Questa però è solo la punta dell’iceberg, un primo passo verso un cambiamento significativo. La metodologia sviluppata dal professor Diamantini dell’Università Bicocca, supportata dal lavoro di LIITO, permette di creare una base dati solida per prendere decisioni orientate al cambiamento. Questo approccio integrato offre alle aziende non solo la conformità ai requisiti normativi, ma anche una visione completa e approfondita delle proprie pratiche di sostenibilità. Avere accesso a questi dati non è solo un obbligo in certi casi, ma un’opportunità per migliorare continuamente le proprie performance.

    Collaborare con noi significa avere accesso a strumenti e competenze avanzate che possono guidare le aziende verso un futuro più sostenibile. Non si tratta solo di adempiere alle normative, ma di abbracciare una cultura della sostenibilità che può portare a benefici a lungo termine, come una maggiore resilienza aziendale, la motivazione dei dipendenti, e una reputazione più solida. Le imprese che adottano questa metodologia possono prendere decisioni informate, monitorare il loro progresso e apportare miglioramenti continui nel tempo e soprattutto ottenere un vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento alle pratiche sostenibili.

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