Perché alle aziende conviene fare il Bilancio di sostenibilità?

Bilancio di sostenibilità: un obbligo per alcune, un'opportunità per tutte - Intervista a Cesare Tomassetti, ESRS Reporting expert

Perché alle aziende conviene fare il Bilancio di sostenibilità?

Scopriamo come lo standard VSME può aiutare le PMI italiane a trasformare la rendicontazione volontaria in un’opportunità di crescita, con l’aiuto del nostro ESRS Reporting Expert, Cesare Tomassetti.

“Devi ridurre le emissioni!”, “Devi rendicontare ogni attività!”, “Devi essere più trasparente!”

Se sei alla guida di un’azienda, questo tipo di richieste ti suonano (ahimè) molto familiari.

Piena di sigle e acronimi impronunciabili, negli ultimi anni, la rendicontazione di sostenibilità è diventata un pilastro fondamentale per le aziende. Sembra che ogni giorno ci sia una nuova regola o direttiva da rispettare e con l’entrata in vigore della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), obbligatoria dall’esercizio 2024, le responsabilità e gli obblighi di rendicontazione sono sempre più vicini.

Ma qui arriva la vera domanda: e se invece di farlo perché devi, cominciassi a farlo perché vuoi? Spesso si dimentica che abbracciare volontariamente la sostenibilità non solo ti prepara a rispettare la normativa, ma può trasformarsi in una vera e propria opportunità di crescita. E non lo diciamo solo noi che sulla sostenibilità ci lavoriamo, ma anche le aziende che già si sono tuffate nel viaggio della rendicontazione, come conferma un’interessante indagine condotta da PwC.

Le imprese si aspettano significativi benefici dalla CSRD: migliore gestione dei rischi legati agli aspetti ESG, interazione più efficace con gli stakeholder e una possibile crescita del fatturato. Insomma,sembra chiaro che questi obblighi, seppur richiedano molto lavoro, hanno portato o porteranno numerosi benefici per le aziende e la cultura aziendale.

Oggi vorremmo parlare proprio di questo e abbiamo l’opportunità di farlo con Cesare Tomassetti, ESRS reporting expert, che ci aiuterà a comprendere meglio come lo standard VSME può diventare una risorsa preziosa per le imprese e in che modo la collaborazione con LIITO si inserisce in questo contesto di crescente attenzione alla sostenibilità.

 

  • Ciao Cesare, ti va di raccontarci in cosa consiste il tuo lavoro come ESRS reporting expert, in particolare nel contesto della sostenibilità e della rendicontazione ESRS?

     

    Ciao, certamente! Nella mia professione di Dottore Commercialista mi occupo di sostenibilità da oltre 20 anni. In questo lungo percorso ho accompagnato l’evoluzione della materia, partendo dai primi Bilanci Sociali, per passare alla redazione di Report Integrati con l’adozione dei principali standard internazionali, primo tra tutti il GRI.

     

    Oggi stiamo affrontando la grande sfida introdotta dalla Direttiva Europea sul Reporting di Sostenibilità, la CSRD, che prevede per le imprese di maggiori dimensioni l’obbligo di integrare il bilancio di esercizio con una serie molto dettagliata di informazioni sugli impatti positivi e negativi, sui rischi e sulle opportunità connessi agli aspetti ambientali e sociali e su come l’impresa li gestisce. Ma, cosa più importante, sto constatando che il reporting di sostenibilità deve evolversi dall’essere uno strumento di comunicazione “bello“, una sorta di vetrina per l’organizzazione, per diventare un documento “utile”, una leva strategica che introduce nella visione aziendale elementi fino a qualche anno fa trascurati.
  • Nel quadro della rendicontazione ESG, c’è uno strumento che offre una cornice semplice e accessibile per le imprese che desiderano rendicontare il loro impatto volontariamente: il VSME, potresti raccontarcelo e spiegarci come e perché può aiutare le PMI italiane?

     

    Il VSME ESRS è uno standard volontario di rendicontazione ESG progettato per le PMI, che spesso trovano difficile gestire requisiti pensati per le grandi imprese. Questo standard flessibile e modulare consente alle aziende di rendicontare il loro impatto ESG in modo proporzionato alle loro risorse, riflettendo l’importanza sempre maggiore della sostenibilità nei modelli di business.

    Per le PMI italiane, adottare lo standard VSME ESRS significa prepararsi alla rendicontazione ESG senza affrontare eccessiva complessità amministrativa. Se affiancato da un percorso di “in-setting”, che interiorizza la sostenibilità, la rendicontazione può diventare uno strumento di crescita.

    Le PMI possono così valutare i loro impatti ambientali e sociali ma anche individuare i  rischi e le opportunità economico-finanziarie, adottando così un approccio di doppia materialità che integra sostenibilità ed economicità di lungo periodo. Integrando sostenibilità e obiettivi di lungo termine,si migliora efficienza, trasparenza e fiducia con gli stakeholder, ottenendo al contempo vantaggi competitivi come l’accesso a finanziamenti più favorevoli.

 

  1. Quali benefici competitivi concreti possono ottenere le PMI che scelgono di adottare lo standard VSME rispetto a quelle che affrontano la rendicontazione solo per obbligo?

     

    Le PMI che decidono di adottare il VSME ESRS su base volontaria intraprendono un percorso strategico che va ben oltre la semplice conformità. La sostenibilità è un asset aziendale capace di generare vantaggi tangibili e concreti. Le aziende che scelgono di rendicontare volontariamente utilizzano questo strumento come leva per migliorare la trasparenza aziendale, costruendo una reputazione solida e attrattiva nei confronti di clienti, partner e investitori che sempre più privilegiano imprese con un impegno chiaro e misurabile verso le pratiche ESG.

     

    La differenza tra chi adotta volontariamente la rendicontazione ESG e chi lo fa solo per obbligo è sostanziale: chi sceglie la rendicontazione come strumento proattivo ha l’opportunità di strutturare e monitorare i propri processi interni con KPI specifici che abbracciano non solo la performance economica, ma anche gli impatti ambientali e sociali. Questo consente di integrare la sostenibilità nella strategia aziendale a lungo termine, utilizzando dati concreti per guidare le decisioni operative e strategiche. 

     

  2. In che modo la collaborazione con LIITO aiuta le aziende italiane a prepararsi per queste nuove sfide di rendicontazione? Quali strategie state mettendo in campo per supportarle nel percorso?

 

La collaborazione con LIITO, iniziata circa un anno fa, si basa sull’idea che la sostenibilità richieda un approccio integrato e multidisciplinare, che coinvolga diverse aree aziendali. Abbiamo quindi creato un team di esperti per supportare i nostri clienti nel diventare non solo conformi alle normative, ma anche nel costruire un sistema ESG integrato e concreto.

La nostra metodologia parte da un assessment ESG, sviluppato con il team del Prof. Davide Diamantini, che offre una visione dettagliata del livello di sostenibilità aziendale. Questo assessment consente di sviluppare piani strategici con obiettivi chiari e misurabili (KPI), mirati a migliorare le performance ambientali e sociali.

Un elemento chiave del nostro approccio è l’alfabetizzazione ESG, attraverso percorsi formativi e coaching, per creare una cultura aziendale consapevole e coinvolgere i team nel processo di trasformazione. L’obiettivo finale è dotare le aziende di strumenti e KPI ESG per gestire la sostenibilità come leva strategica, migliorando la competitività e preparandole alle sfide future.

Ti interessa sapere di più sul modo sostenibile di fare business?

Iscriviti alla newsletter per seguire tutti i contenuti e gli aggiornamenti che pubblicheremo.