Come la Generazione Z sta trasformando il modo di lavorare

La sostenibilità ormai va ben oltre le pratiche ecologiche. La Generazione Z si sta facendo portatrice di un nuovo approccio al lavoro.

L’interpretazione della sostenibilità e del modo di vivere e lavorare è fortemente influenzata dalla generazione a cui si appartiene. Le giovani generazioni, in particolare, portano nelle organizzazioni un’attenzione nuova, intrecciando sostenibilità e benessere per creare valore reale. 

Claudia Bosio, Junior Analyst di LIITO, racconta come questa prospettiva si stia trasformando in una leva strategica nelle imprese, permettendo loro di attrarre talenti, favorire una cultura inclusiva e costruire organizzazioni resilienti.

Claudia Bosio_LIITO

La sostenibilità oggi va oltre le pratiche ecologiche. È una dimensione che abbraccia anche il benessere delle persone, l’inclusione e il rispetto per le diversità. Le organizzazioni che adottano questa visione diventano luoghi dove si sceglie di restare, non solo per un impiego, ma per l’esperienza di crescita e supporto reciproco. Non è più solo un concetto astratto o una dichiarazione d’intenti: è un valore che incide su ogni livello dell’azienda, guidando le decisioni strategiche.

Questa sensibilità si collega profondamente ai valori della Generazione Z, che sta rapidamente rimodellando la cultura aziendale con priorità diverse rispetto alle generazioni precedenti. 

Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology infatti evidenzia come i giovani professionisti attribuiscono grande importanza all’equilibrio tra vita lavorativa e privata, alla richiesta di mentoring e supporto all’interno delle aziende, e alla trasparenza organizzativa. Secondo la ricerca, i giovani desiderano lavorare in organizzazioni che dimostrino chiarezza e sincerità nei propri obiettivi, non solo economici ma anche di impatto sociale e ambientale.

Per la prima volta nella storia nel mercato del lavoro coesistono cinque generazioni: Silent Generation (nati prima del 1945), Baby Boomers (1946-1964), Generazione X (1965-1980), Millennials (1981-1996) e Generazione Z (dal 1997).

Silent Generation (nati prima del 1945). Valorizzano la lealtà e la stabilità lavorativa. Hanno un forte senso di disciplina e tendono a preferire gerarchie chiare e processi consolidati.

Baby Boomers (1946-1964). Sono orientati alla carriera e al successo personale. Apprezzano i riconoscimenti per i risultati ottenuti e danno importanza alla sicurezza lavorativa e ai benefit.

Generazione X (1965-1980). Focalizzati sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, sono autonomi e pratici. Spesso agiscono come “ponte” tra le generazioni, offrendo una visione pragmatica e orientata al risultato.

Millennials (1981-1996). Cercano significato nel lavoro e desiderano crescita personale e professionale. Valorizzano la diversità, la tecnologia e la flessibilità, con un forte interesse per la sostenibilità e l’inclusività.

Generazione Z (dal 1997). La più giovane forza lavoro. Apprezzano la tecnologia, la flessibilità e le iniziative aziendali che riflettono i loro valori, come la diversità e la sostenibilità. Sono abituati alla connettività digitale e richiedono feedback frequenti.

Ogni generazione porta con sé valori distinti: mentre Silent Generation e Baby Boomers privilegiano stabilità e lealtà aziendale, la Generazione X cerca un equilibrio tra lavoro e vita privata. I Millennials enfatizzano la crescita personale e l’impatto sociale del lavoro, mentre la Generazione Z spinge per flessibilità, inclusività e utilizzo della tecnologia. 

Comprendere e integrare queste esigenze non è solo una sfida, ma anche un’opportunità: promuovere una cultura inclusiva e collaborativa consente alle aziende di ottimizzare processi e attrarre talenti.

Un approccio sostenibile, che valorizza il benessere e il potenziale di ogni generazione, è essenziale per costruire una cultura aziendale resiliente. Riducendo il turnover e rafforzando l’attrattiva per nuovi talenti, questo approccio aiuta l’azienda a costruire una reputazione solida, internamente ed esternamente. Investire nelle persone, sostenendole e valorizzandole, crea una forza lavoro che resta motivata e allineata agli obiettivi dell’impresa.

Le persone sono, infatti, il cuore della sostenibilità aziendale. Ogni dipendente rappresenta una risorsa fondamentale. Investire sui collaboratori significa favorire il loro sviluppo personale e professionale, in un clima di fiducia reciproca. L’attenzione al benessere dei dipendenti non si limita più alle politiche di welfare, ma si traduce in un ambiente di rispetto e collaborazione. L’impegno per la sostenibilità, quindi, non si esaurisce nei gesti ecologici: punta a costruire una cultura aziendale solida, capace di affrontare le sfide e adattarsi ai cambiamenti.

Uno degli ostacoli principali è però il cambiamento delle abitudini e dei comportamenti. La sostenibilità non può essere imposta dall’alto; deve diventare parte del DNA aziendale. Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria una trasformazione culturale, che richiede tempo, sensibilizzazione e formazione continua. Educare i dipendenti sui benefici della sostenibilità è cruciale, non solo per l’azienda, ma anche per le loro vite personali. Solo attraverso un coinvolgimento attivo e una consapevolezza condivisa possiamo garantire un cambiamento duraturo.

Ti interessa sapere di più sul modo sostenibile di fare business?

Iscriviti alla newsletter per seguire tutti i contenuti e gli aggiornamenti che pubblicheremo.