Oggi parlare di sostenibilità non è più una scelta accessoria: è un passo decisivo per conquistare fiducia, distinguersi dai concorrenti e costruire relazioni solide con clienti, partner e comunità. Ma raccontarla bene non è affatto semplice. Le persone, sempre più attente e informate, non si lasciano convincere da slogan generici o immagini di repertorio: cercano autenticità, dati concreti e storie vere. È qui che la comunicazione fa la differenza, perché trasforma azioni e impegni in un racconto capace di emozionare e coinvolgere. Allora come si fa a comunicare in modo efficace e credibile? In questo articolo condividiamo cinque regole da tenere a mente per trasformare la sostenibilità in un racconto potente e generatore di valore.
Comunicare la sostenibilità oggi non è più un’opzione: è un passaggio cruciale per costruire fiducia, differenziarsi dai competitor e coinvolgere clienti, partner e dipendenti. Ma farlo bene non è scontato.
Sempre più consumatori, stakeholder e istituzioni verificano con attenzione le dichiarazioni delle aziende. La comunicazione, infatti, è il ponte tra ciò che un’azienda realizza e la percezione che stakeholder, clienti e dipendenti hanno di quell’impegno. Ma attenzione: se non è autentica e trasparente, può trasformarsi in un rischio reputazionale, esponendo l’impresa ad accuse di greenwashing (nel caso più grave), ma anche di greenhushing e greenwishing, come abbiamo già spiegato in questo articolo.
Allora, come può un’impresa, anche una PMI, raccontare il proprio impegno in modo autentico ed efficace? Abbiamo preparato una lista di 5 regole che conviene tenere sempre a mente.
I consigli di LIITO per una comunicazione efficace
1. Dati e trasparenza prima di tutto
Le parole non bastano: servono numeri. Indicatori ambientali, metriche misurabili e certificazioni riconosciute rendono la comunicazione solida e verificabile. I dati hanno il vantaggio di non essere opinabili e di testimoniare in maniera inconfutabile i progressi, gli impegni e gli obiettivi raggiunti. Sono quindi perfetti per essere considerati la base su cui costruire una narrazione credibile. Qui entra in gioco la data visualization: trasformare numeri complessi in grafici e infografiche intuitive, capaci di emozionare e coinvolgere senza perdere rigore è un punto di ingresso per accattivare e avvicinare il proprio target.
2. Il ruolo delle immagini: niente cliché, solo autenticità
Addio a foreste da stock e mani che reggono piantine. Le persone riconoscono i cliché.
Quello che funziona, al contrario, è mostrare ciò che accade davvero in azienda: un reparto che ottimizza i consumi energetici, iniziative per la riduzione degli sprechi, prodotti progettati per durare, momenti di collaborazione con fornitori o comunità locali. Le immagini devono essere coerenti con il brand e integrate su tutti i canali, sia online che offline.
3. Creatività e tono di voce distintivo
Molte aziende parlano di sostenibilità in modo piatto e questo spesso crea un’omogeneità che fa apparire anche imprese molto diverse tutte simili tra loro. Trovare un tono di voce distintivo permette di emergere rispetto ai competitor. La creatività in questo gioca un ruolo molto importante: è la competenza da mettere in campo per trovare una chiave comunicativa che porti fuori dal percorso già tracciato dagli altri, avere il coraggio di usare l’ironia, riuscire a impostare un racconto che sia davvero personale e identitario. Basta un’immagine, una parola, un concetto che porti chi lo vede a rendere immediata l’associazione con il brand.
4. Social media: opportunità e rischi
I social sono the place to be per la comunicazione, ma possono essere anche un’arma a doppio taglio: offrono visibilità immediata, certo, ma se il messaggio non è percepito come autentico o è veicolato male il rischio di danno reputazionale è enorme. Un motivo in più per selezionare al meglio i contenuti da postare: meglio scegliere il dietro le quinte, che può raccontare in maniera veritiera e con cadenza regolare ciò che succede e che più difficilmente trova spazio su altri canali. In alcuni casi, può essere utile anche coinvolgere green influencer: creator digitali che analizzano e commentano la sostenibilità delle aziende, spesso con spirito critico. Se coinvolti in modo trasparente, possono amplificare la credibilità del messaggio.
5. Mettere le persone al centro
Il cuore della transizione sostenibile sono le persone che la rendono realizzabile e reale: per questo meritano di essere le protagoniste del racconto. Dipendenti, clienti, comunità, sono loro a dare credibilità e calore al percorso di sostenibilità. Non semplici comparse, ma attori centrali del cambiamento. Mostrarle significa dare loro il giusto riconoscimento per ciò che hanno fatto, stanno facendo e ancora faranno.
Costruire fiducia: l’obiettivo che premia
Comunicare la sostenibilità, quindi, non significa solo “raccontare belle storie”: vuol dire costruire coerenza tra ciò che un’azienda è, ciò che fa e ciò che racconta. Chi ha il coraggio di innovare e di comunicare con autenticità conquista un vantaggio competitivo duraturo e anche le piccole e medie imprese possono trasformare i propri passi di sostenibilità in un racconto capace di generare valore. Il capitale più prezioso che ne deriva è la fiducia, e ogni PMI ha oggi l’opportunità di costruirla.
Vuoi capire come rendere visibile e credibile il percorso sostenibile della tua impresa?
Noi di LIITO accompagniamo le PMI anche nel processo di comunicazione della sostenibilità.
Contattaci: insieme possiamo trasformare i tuoi progetti sostenibili in storie che parlano al mercato e creano valore.
Vuoi capire come rendere visibile e credibile il percorso sostenibile della tua impresa?
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